12 caratteristiche della LCA

Il principale strumento di cui Indaco2 si avvale per assistere le aziende in un percorso orientato alla sostenibilità è l’analisi del ciclo di vita (LCA – Life Cycle Assessment), un metodo consolidato per la diagnosi ambientale di filiere produttive in vari settori, dall’agricoltura all’industria. Ne evidenziamo alcune caratteristiche salienti.

 

1. Green washing

 

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L’attenzione crescente verso la tematica ambientale ha indotto molte aziende a farne tesoro. Il risultato è stato un diffuso utilizzo, spesso non appropriato, dell’aggettivo “sostenibile”. La LCA è una delle metodologie proposte dalla comunità scientifica internazionale per introdurre una metrica della sostenibilità. Apparire o dirsi sostenibili senza nessuna verifica quantitativa, oltre che qualitativa, rischia di produrre lo stesso effetto estetico di una mano di vernice su un intonaco sgarrupato. Come vi comportereste per ristrutturare la facciata della vostra azienda?

 

 

2. Alcune difficoltà

 

Baseball: Chicago White Sox Michael Jordan #45 in action alone, AB during spring training.

 

La LCA non è il risultato automatico di un software di calcolo ma una metodologia scientifica che richiede competenze e esperienza. Oltre ad una vasta comunità scientifica internazionale, la Rete Italiana LCA organizza ogni anno un convegno nazionale (che non assomiglia a un corso di informatica) per discutere gli avanzamenti della metodologia, riconoscendone limiti e margini di miglioramento. Bravi consulenti che si improvvisano lifecycle analysts pretendono, sbagliando, di eseguire un’analisi esaustiva senza una preparazione adeguata. Eppure, anche il tentativo di cimentarsi nel Baseball professionistico di un grande atleta come Michael Jordan non ha avuto un buon esito. Affidereste la potatura del vostro giardino ad un commercialista?

 

 

3. Il macroscopio

 

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La LCA è un metodo per stimare i potenziali effetti ambientali, diretti e indiretti, generati dalle varie fasi del ciclo di vita di un prodotto, considerando diverse categorie di impatto. La metodologia permette di tracciare il profilo ambientale di un alimento o un manufatto, ricostruendone la storia a partire da un inventario dettagliato di materiali e energia utilizzati nel corso della filiera produttiva. Questa visione d’insieme assomiglia ad una fotografia al macroscopio del sistema produttivo che permette di comprenderne le dinamiche generali e capire dove e come intervenire per migliorare.

 

 

4. Ciclo di Vita

 

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Il “ciclo di vita” indica tutti i processi che partecipano alla produzione di un bene dalla culla alla tomba (from cradle to grave), ovvero dal prelievo di materie prime alla destinazione di fine-vita del prodotto. Ad esempio, nel caso di una bottiglia di vino, la LCA abbraccia l’intera filiera produttiva, dalla coltivazione e lavorazione della vigna, ai processi di vinificazione in cantina, fino all’imbottigliamento e confezionamento. L’analisi include i trasporti di prodotti e materiali utilizzati e lo smaltimento degli imballaggi. Questo approccio, esteso all’intero ciclo di vita, è la novità introdotta dal metodo LCA per stimare impatti diretti e indiretti anche oltre i confini dell’azienda.

 

 

5. Indicatori di impatto ambientale

 

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Dalla metodologia LCA è possibile stimare una serie di indicatori rispetto a diverse categorie di impatto: alcuni indicano gli effetti ambientali su scala globale come la Carbon Footprint (emissioni di gas serra in atmosfera) e i potenziali di eutrofizzazione (eccesso di nutrienti in ambienti acquatici) e acidificazione (aumento di acidità delle piogge); altri indicano criticità locali come i potenziali di eco-tossicità (generale incidenza sullo stato degli ecosistemi) e tossicità umana (effetti potenziali sulla salute umana).

 

 

6. Carbon Footprint

 

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Tra i vari indicatori, la Carbon Footprint è ampiamente utilizzato. La CF indica le emissioni di gas serra in atmosfera. In particolare contabilizza le emissioni di anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O) rispetto alla loro incidenza sul riscaldamento globale (Global Waring Potential). Dai risultati è possibile individuare soluzioni per mitigare gli impatti, rendendo la produzione più efficiente e riducendo gli sprechi, oppure per compensarli. La CO2 assorbita dagli ecosistemi dell’azienda può essere stimata come misura di compensazione, valorizzando il ruolo dei sistemi naturali non produttivi (e.g. boschi, aree umide, erbai) e l’importanza di un’attenta gestione.

 

 

7. Sostenibilità

 

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La LCA è un metodo efficace per valutare il livello di sostenibilità di una produzione. La sostenibilità è un concetto ampio. Solitamente, una volta misurata la temperatura con un termometro, una completa diagnosi medica procede attraverso vari step di approfondimento successivi, combinando diverse metodologie e indicatori. Anche per la sostenibilità, gli strumenti che abbiamo, pur non essendo esaustivi, sono in grado di dare molte risposte e, la combinazioni di più indicatori e metodologie è la migliore strategia per progettare la società di domani.

 

 

8. International Standard

 

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La LCA è normata in base a riconosciuti standard internazionali (ISO 14040-14044). L’adesione ad uno standard è un ulteriore valore aggiunto rispetto ad altre metodologie perché permette uniformità e confrontabilità dei dati e attribuisce un rigore al metodo che è possibile interpretare ma non stravolgere. Secondo uno standard internazionale, lo scartamento ferroviario che indica la distanza trai due binari è di 1 435 mm. Questa convenzione, pur ammettendo minimi scostamenti non significativi, permette di viaggiare ovunque e costruire treni con diverse caratteristiche ma tutti adatti a percorrere qualsiasi tragitto.

 

 

9. Certificazioni

 

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La LCA è la metodologia di riferimento per accedere ad una serie di certificazioni ambientali di prodotto. Tra queste, le ISO14067 Carbon Footprint, ISO14046 Water Footprint, ISO14025 EPD – Environmental Product Declaration. Questi certificati attestano il monitoraggio del processo produttivo e il risultato conseguito, testimoniano l’adesione volontaria dell’azienda ad un percorso migliorativo e acquisiscono un punteggio premiante in alcune procedure pubbliche (e.g. Canoni Ambientali Minimi). Le certificazioni ISO sono rilasciate da enti certificatori esterni, previa verifica della LCA svolta, e hanno valenza internazionale. “Goal è quando arbitro fischia” (cit. Vujadin Boskov).

 

 

10. Dichiarazione ambientale di prodotto

 

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La EPD (ISO14025) è la certificazione su base LCA più completa che richiede un set di indicatori: Carbon Footprint, Euthrophication Potential, Acidification Potential e Ozone Depletion. La scelta di redigere una dichiarazione degli impatti ambientali monitorati in un report tecnico di dominio pubblico può suscitare diffidenza. Tuttavia, un atto di chiara assunzione di responsabilità e dichiarata volontà ad avviare una progressiva revisione delle procedure in chiave ambientale è un’azione civile, quanto mai auspicabile, e requisito indispensabile per operare una transizione verso una società prospera e sostenibile.

 

 

11. Comunicazione

 

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La sensibilità della metodologia LCA all’uso di energia e all’impiego di materiali in ogni fase della produzione permette di riscontrare immediatamente e quantificare gli effetti di ogni buona pratica attuata: un generatore elettrico da fonte rinnovabile, un sistema di coltivazione naturale, un processo di trasformazione non invasivo, una efficace riorganizzazione della filiera, sono tutte soluzioni che comportano una riduzione percentuale dell’impatto associato al prodotto finito. Considerando una buona regola di mercato far bene e farlo sapere, i risultati di un monitoraggio del ciclo di vita sono terreno fertile per una comunicazione chiara e efficace, un’occasione per valorizzare quanto di meglio c’è nel nostro operato.

 

 

12. Reputazione

 

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Il green marketing è una leva del mercato. In recenti rapporti statistici, si è osservato come il 70% dei consumatori preferisce acquistare prodotti dei quali conosce l’origine e capisce come sono fatti. In proposito, Oscar Farinetti porta ad esempio una pesca, composta da nocciolo, polpa e buccia. Il nocciolo è il principio. La polpa è ciò che mangiamo. La buccia è ciò che vediamo. Il nocciolo è lo scarto ma è anche la base del frutto. Se il nocciolo è marcio, la polpa marcisce e con lei la buccia. La buccia, ovvero quello che vediamo del prodotto (la comunicazione) e la polpa (il prodotto in se) dipendono dal nocciolo, ovvero da quanto bene facciamo e quanto robusta è la base del nostro operato. Il nocciolo dell’azienda è la sua reputazione, non si manifesta direttamente ma c’è.

 

 

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