10 ragioni per ingaggiare Indaco

Vi invitiamo a riflettere sulle 10 ragioni per cui le aziende dovrebbero ingaggiare Indaco2.

1. Let’s make our planet great again!

 

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Bello vedere la mobilitazione di leader mondiali e comuni cittadini per opporsi alla decisione di Trump di uscire dagli accordi di Parigi per il clima. Giusto manifestare indignazione e unirsi al coro in favore del nostro pianeta. Detto questo, oltre alle parole, quante aziende, gruppi o individui, possono dire di aver agito concretamente per contribuire alla causa? Siamo convinti che quella etico-ambientale non sia un vezzo ma la ragione più importante per decidere di intraprendere una strada nuova.

 

2. Osservare i dettagli per conoscere il tutto.

 

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Spesso, numeri e informazioni sono rilevati puntualmente. Di ogni processo, strumento e mezzo utilizzati in azienda si sa tutto e niente perché i dati monitorati documentano ogni dettaglio ma non sempre fotografano il tutto. L’inventario dei flussi di materia e energia che interessano la filiera è il primo passo per inquadrare il sistema produttivo in una unica visione d’insieme. Questo metodo di raccolta e aggregazione dei dati è il primo elemento di innovazione, uno spunto per aggiornare e sfruttare meglio il sistema informativo aziendale.

 

3. Lo specchio è lo strumento di make-up più importante.

 

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Una diagnosi ambientale estesa al ciclo di vita di un prodotto è il primo passo per intraprendere un nuovo cammino. La sostenibilità è spesso interpretata come un make-up, dimenticandosi che lo strumento di make-up più importante è lo specchio. Guardarsi allo specchio è l’unico modo per conoscere il proprio aspetto, individuare difetti e imperfezioni, intervenire per risolverli e per valorizzare il bello. Come lo specchio, la contabilità LCA (Life Cycle Assessment) di un prodotto permette di conoscere le implicazioni ambientali di una filiera produttiva, altrimenti ignorate, e agire di conseguenza.

 

4. L’organizzazione della filiera per fare più con meno.

 

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Fare “eco-design” non significa solo ideare nuovi prodotti ma produrre gli stessi prodotti con nuovi sistemi più sostenibili e meno sprechi, come dire “fare più con meno”. I risultati di una diagnosi ambientale permettono di individuare criticità e problemi dovuti a singoli processi, materiali utilizzati, energia, organizzazione. Interventi mirati, come modificare una procedura, riorganizzare un reparto o sostituire un macchinario obsoleto, sono spesso la soluzione più semplice per ottenere un effetto immediato.

 

5. Sono wolf. Risolvo problemi.

 

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Oltre a contenere gli impatti ambientali di una produzione, una conseguenza di una diagnosi ambientale di filiera è il risparmio economico. Non sprecare risorse equivale a ridurre costi inutili, un risultato ovvio ma non sempre scontato. Questa l’opportunità per chi si avvale di un sistema in grado di monitorare sistematicamente tutti i processi del ciclo di vita di un prodotto, uno strumento utile a capire come intervenire e dove investire.

 

6. Veder crescere il valore ambientale di ogni singolo prodotto.

 

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I risultati di una LCA indicano i potenziali impatti di una specifica filiera produttiva riportati ad una singola unità funzionale. In altre parole, i valori rilevati sono riferiti ad ogni singolo prodotto. Ad esempio, è possibile conoscere quanti kg di CO2eq sono stati emessi per fare una confezione di prodotto. Ogni misura adottata in azienda (eco-design) comporta un miglioramento che può essere quantificato (letteralmente valorizzato) ad esempio in termini di emissioni evitate: una confezione di prodotto ha un impatto di tot % in meno grazie a questa buona pratica e di tot % in meno grazie a quella tecnologia istallata. Un sistema integrato di nuove soluzioni in azienda può avere effetti rilevanti e migliorare il valore di ogni prodotto finito.

 

7. Il giudice di gara certifica il miglior salto.

 

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Far bene, farlo sapere! I risultati del monitoraggio e gli effetti delle azioni migliorative intraprese sono un materiale prezioso per comunicazione e marketing che arricchiscono e consolidano con i numeri la storia del prodotto. Il racconto di una filiera e della sua sostenibilità può essere avvalorata attraverso uno story telling avvincente o una certificazione green. La LCA è uno strumento normato per accedere alle più importanti certificazioni ambientali di prodotto, una garanzia ulteriore per produttori e consumatori.

 

8. Una questione di reputazione e classe.

 

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Marketing non riguarda soltanto la scelta tra due prodotti concorrenti su uno scaffale. La tematica ambientale è una leva efficace per consolidare la reputazione aziendale. Si tratta di responsabilità, di una scelta sociale ma anche di eleganza e classe. La reputazione dell’azienda, l’immagine realmente percepita, costituisce il suo bene più prezioso, tanto più efficace quanto più solido e sincero.

 

9. Un’impresa condivisa che appassiona tutti.

 

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La condivisione degli obiettivi con dipendenti, dirigenti e tutto il personale è una prerogativa per il successo di un progetto d’impresa ma anche per consolidare e sostenere con determinazione le migliori intensioni. Il vero obiettivo è coordinare un’azione condivisa da tutti, corale, capace di far appassionare dal primo all’ultimo dipendente e portare aria nuova anche oltre i cancelli dell’azienda.

 

10. La miglior risorsa rinnovabile è la fantasia.

 

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Quello che appassiona di un progetto d’impresa fondato su principi ambientali e sociali è la capacità di alimentare l’innovazione. In realtà, all’interno dei limiti della sostenibilità, c’è una prospettiva infinita che lascia ampio spazio a ingegno, cooperazione, idee, creatività e impresa. Un’occasione per eccellere per il solo gusto di intraprendere una strada nuova. Buon lavoro.

 

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